° La crisi presenta il conto anche all'Australia


Mentre i paesi di tutto il mondo cercano di contenere il coronavirus l'economia globale sta attraversando una grave crisi economica. Molti hanno già perso il lavoro e la disoccupazione dall'inizio dell'anno è aumentata considerevolmente.

Negli ultimi mesi il numero dei contagiati e dei decessi è diminuito e l'allentamento del lockdown insieme alla riapertura  delle attività economiche stanno portando ad una lenta ma graduale ripresa sostenuta, nello stesso tempo, da politiche monetarie e fiscali espansive messe in atto dai vari governi.

I mercati azionari stanno recuperando le perdite da inizio anno mentre i tassi obbligazionari rimangono storicamente bassi.

La Banca Centrale Australiana, dunque, per arginare i danni causati all'economia dal Covid-19,
ha acquistato, per sostenere l'economia, titoli di stato per un valore di 50miliardi$,  e ci sarà un rallentamento negli acquisti solo quando verranno compiuti progressi verso gli obiettivi di piena occupazione.

Le operazioni di acquisto effettuate della RBA contribuiranno a mantenere un elevato livello di liquidità nel sistema finanziario.

L'economia sta attraversando un periodo molto difficile e sta vivendo la più grande contrazione economica simile a quella degli anni trenta.
Solo ad Aprile oltre 600mila persone hanno perso il lavoro. Le famiglie hanno perso potere d'acquisto mentre le imprese hanno rimandato o annullato i piani di investimento.

Tuttavia nonostante gli indici di borsa continuino la loro inesorabile salita, le prospettive di crescita,  inclusa la natura e la velocità della ripresa prevista, rimangono altamente incerte e la pandemia avrà probabilmente effetti a lungo termine sull'economia. 

La situazione poi diventa più complicata se si pensa  che le tensioni commerciali tra Usa e Cina si stanno intensificando.

E' necessario ricordare a tal proposito che la Cina è la maggiore importatrice di materie prime per l'Australia, mentre gli Stati Uniti sono il suo maggiore investitore estero.

Nel 2018 le esportazioni (brichette di carbone, minerale di ferro, gas di petrolio,oro e ossido d'alluminio) verso la Cina ammontavano al 35,5% , per un valore di 87,9B$ - Giappone 11,2% pari a 27,6B$, Usa 3,92% per un valore di 9,71B$. Mentre gli investimenti degli Stati Uniti in Australia ammontano a 800miliardi di dollari.

Come si evince dai dati su esposti l'Australia si trova tra l'incudine e il martello ed ogni inasprimento dei rapporti tra Usa e Cina gravano pesantemente sull'economia oceanica.

Il saldo delle partite correnti si trova in una posizione debitoria e la riduzione di flussi finanziari di investimenti esteri (Usa) insieme ad un rallentamento della crescita in Cina (come sta già accadendo)  provocherebbe all'economia australiana un danno enorme.

Esiste dunque la concreta possibilità, alla luce dei fatti sin qui esposti, che una ulteriore contrazione economica, sia possibile, e porterà ad una lenta ma inesorabile svalutazione della moneta australiana.



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